Biodigestori: una svolta concreta
Roma compie un passo decisivo verso l’autosufficienza nella gestione dei rifiuti. Sono in costruzione due biodigestori per il trattamento dell’organico, destinati a trasformare tonnellate di scarti alimentari e vegetali in risorse preziose come biometano e compost. Una svolta concreta verso un’economia davvero circolare.
Rifiuti come risorsa, non come problema
Grazie a un modello di gestione ispirato ai principi dell’economia circolare, i rifiuti organici smettono di essere un problema e diventano una risorsa capace di generare valore ambientale, economico e sociale per la città.
Dove sorgeranno i nuovi impianti
Il primo cantiere è stato aperto a Cesano, su un’area di circa sei ettari. Lì sorgerà uno dei due biodigestori previsti dal piano industriale di Ama e dal piano comunale dei rifiuti. Il secondo impianto sarà costruito a Casal Selce. Ognuno potrà trattare fino a 100mila tonnellate di rifiuti organici l’anno. A questi si aggiungeranno due impianti per il recupero di carta e plastica a Ponte Malnome e Rocca Cencia.
Come funziona un biodigestore
Il processo prevede la separazione e la triturazione dei materiali organici, seguite dalla digestione anaerobica, che genera biogas. La fase finale produce compost grazie alla lavorazione combinata con sfalci e potature. Tutto avviene in ambienti sigillati e controllati, senza emissioni o cattivi odori.
Risultati concreti: biometano e compost per tutti
A regime, gli impianti produrranno ogni anno 36mila tonnellate di compost e 20 milioni di metri cubi di biometano, carburante green per abitazioni e trasporti. Una vera trasformazione ecologica del rifiuto in risorsa utile.
Meno camion, meno spese, più sostenibilità
Oltre ai benefici ambientali, ci saranno importanti ricadute economiche: 3mila viaggi di mezzi pesanti in meno ogni anno, 4 milioni di chilometri risparmiati e un taglio di 4,8 milioni di euro ai costi di trasporto verso gli impianti del nord Italia.
Un modello da replicare
«Roma deve diventare un’eccellenza nell’economia circolare – afferma il presidente di AMA Bruno Manzi – grazie a impianti sostenibili e tecnologie avanzate che ci permetteranno anche di reinvestire i risparmi nei servizi al territorio».
Il direttore generale Alessandro Filippi aggiunge: «Con questi impianti aumenteremo in modo significativo i rifiuti avviati al riciclo. È la prova concreta che Roma crede davvero nella differenziata».







