L’approfondimento di Italia Oggi, a firma Matteo Rizzi, analizza lo scenario delineato da Mastercard sul futuro dei pagamenti digitali e dell’intelligenza artificiale. Innovazioni quali wallet integrati e agenti AI possono rivoluzionare i servizi finanziari, ma anche aprire la strada a nuove minacce, dal cybercrime alla geopolitica digitale.

Pagamenti online, l’IA alza il tiro – Nel 2024 danni per 9.500 miliardi. I rischi dell’IA agentica

I cybercrime corrono più veloce delle soluzioni. La risposta internazionale, invece, arranca: frammentata tra regole divergenti e iniziative scoordinate che raramente riescono a fare massa critica. Ogni Paese procede per conto proprio, mentre i criminali operano su scala globale e si scambiano strumenti in tempo reale. Questo squilibrio rende evidente la sproporzione: nel 2024 i danni causati dagli attacchi informatici hanno raggiunto i 9.500 miliardi di dollari, un valore che colloca il crimine digitale al terzo posto nella classifica delle proiezioni parlando di 15.600 miliardi entro il 2029. Non si tratta più di un tema tecnico confinato agli specialisti di sicurezza, ma di un rischio macroeconomico che può frenare la crescita, minare la fiducia nei mercati e destabilizzare la finanza globale. In questo scenario si muove il futuro prossimo dei pagamenti digitali e dei servizi finanziari. Mastercard, con il white paper Securing Tomorrow, fotografa uno scenario che da un lato promette un’epoca di crescita trainata dall’intelligenza artificiale e dall’interconnessione di quantità miliardi di dispositivi, dall’altro apre fronti di vulnerabilità senza precedenti. Pagare ovunque e in qualunque modo diventerà la norma: portafogli digitali, carte virtuali, tokenizzazione e biometria renderanno le transazioni più rapide e sicure, eliminando passaggi oggi percepiti come barriere, dai codici OTP ai captcha. Già nel 2030 i numeri dei wallet integrati saranno altissimi: sostituiranno le carte fisiche con strumenti digitali unici, così da impedire l’esposizione dei dati sensibili. I wallet integreranno in un unico punto carte, conti correnti e persino criptovalute. Per i consumatori significherà poter pagare in tempo reale con un semplice tocco con l’impronta digitale, senza più password da ricordare o autenticazioni multiple. Per le aziende, invece, vorrà dire gestire una mole crescente di informazioni personali e biometriche, con l’obbligo di garantire trasparenza, consenso e protezione continua. Ma proprio l’aumento esponenziale dei punti di contatto moltiplicherà anche i rischi: più interconnessioni significa più vulnerabilità. Gli attacchi non si fermeranno più alle casseforti digitali più robuste, ma si infileranno insidiosi nei punti deboli della catena, nei fornitori più piccoli, nei dispositivi connessi meno protetti, nei comportamenti quotidiani degli utenti.

L’era dell’IA agentica

La nuova frontiera è rappresentata dall’intelligenza artificiale agentica: sistemi autonomi che agiranno per conto di consumatori, banche e imprese, negoziando offerte, gestendo reclami o autorizzando crediti senza intervento umano. Nel 2030 il mercato di questi agenti varrà 155 miliardi di dollari. Il rovescio della medaglia è che gli stessi strumenti finiranno nelle mani dei truffatori. Grazie a modelli generativi, potranno costruire identità sintetiche complete di biografie, foto, audio e video, lanciare campagne di phishing multilingua credibili, creare falsi siti e merchant online, sviluppare malware avanzati capaci di adattarsi ai sistemi di difesa. Frodi, interazioni fraudolente e deepfake diventeranno indistinguibili dal traffico legittimo, mentre la velocità con cui l’AI potrà scandagliare dati e reti renderà inutilizzabili molte difese tradizionali. Non si tratta più solo di attacchi occasionali, ma di vere e proprie economie parallele fondate sull’automazione criminale.

La geopolitica digitale

La dimensione geopolitica rende lo scenario ancora più delicato. Governi e istituzioni hanno digitalizzato infrastrutture critiche come reti energetiche, sistemi idrici, ospedali e piattaforme di voto, ampliando di fatto la superficie di attacco. Gli episodi già registrati negli ultimi anni, che hanno messo in crisi sanità, energia e ricerca biomedica, sono diventati bersagli privilegiati: nel 2023 gli attacchi a infrastrutture globali sono cresciuti del 30% e il trend rimane a doppia cifra. Alcuni Stati hanno sviluppato capacità offensive sempre più sofisticate, sfruttando il cyberspazio per campagne di disinformazione, ransomware e furti di proprietà intellettuale che alimentano i propri programmi strategici.

L’avanzata del quantum computing rischia di rendere obsolete le attuali difese crittografiche, lasciando ampie porzioni di reti pubbliche e private vulnerabili. Intanto la cooperazione internazionale arranca: al posto di standard condivisi prevalgono approcci bilaterali e regionali, con Stati Uniti e Cina su traiettorie sempre più divergenti e l’Europa che cerca di mantenere un minimo di armonizzazione normativa. Il risultato è un mosaico di regole frammentarie che finisce per indebolire la risposta coordinata e crea nuove opportunità per gli attaccanti.