L’Italia ha destinato una quota crescente degli aiuti di Stato a misure con finalità ambientali e di transizione ecologica. I dati del State Aid Scoreboard della Commissione europea mostrano come le politiche nazionali si siano orientate verso la protezione dell’ambiente, la ricerca e lo sviluppo sostenibile, in linea con gli obiettivi del Green Deal. La tendenza riguarda anche altri grandi Paesi europei, in un quadro in cui i sussidi pubblici diventano leva per la riconversione industriale.

La svolta green nei sussidi pubblici

Negli ultimi anni, gli aiuti pubblici alle imprese, dunque, sono diventati uno strumento sempre più legato agli obiettivi ambientali. La Commissione europea, attraverso lo State Aid Scoreboard 2024, monitora l’allocazione di questi fondi da parte dei singoli Stati membri, con l’obiettivo di valutarne l’impatto sul mercato interno e la coerenza con le strategie comuni. Nel caso dell’Italia, come evidenziato da Bankitalia, si osserva un aumento della quota di aiuti destinata a finalità ambientali, inclusi interventi per la riduzione delle emissioni, l’efficienza energetica, la mobilità sostenibile e l’economia circolare. Si tratta di una tendenza che si è accentuata dopo la pandemia, con l’avvio del Pnrr e il rafforzamento delle politiche climatiche a livello europeo.

Protezione ambientale e innovazione tra le principali voci

All’interno della classificazione adottata dallo Scoreboard europeo, le principali categorie di aiuti “verdi” riguardano: protezione dell’ambiente, come bonifiche, riduzione delle emissioni, promozione delle rinnovabili; ricerca, sviluppo e innovazione sostenibile, con incentivi a progetti in ambito energetico, tecnologico e ambientale; sviluppo regionale sostenibile, legato a investimenti in aree meno sviluppate per favorire la transizione ecologica. La Banca d’Italia sottolinea che queste tipologie di aiuti sono in linea con i criteri di compatibilità stabiliti dal quadro temporaneo della Commissione, aggiornato per supportare la transizione climatica e la resilienza industriale.

Confronto europeo: Italia allineata con Francia e Germania

Il posizionamento dell’Italia nel contesto europeo risulta coerente con quello degli altri principali Paesi membri. La Francia, ad esempio, ha rafforzato il sostegno all’industria automobilistica elettrica e all’idrogeno verde, mentre la Germania ha destinato risorse significative alla decarbonizzazione dell’industria pesante e al finanziamento dei contratti per differenza nel settore energetico.

Anche la Spagna ha utilizzato strumenti fiscali e contributi diretti per incentivare la riqualificazione edilizia, l’autoproduzione di energia rinnovabile e la mobilità pubblica sostenibile. In questo quadro, l’Italia si colloca tra i Paesi con una crescente focalizzazione su misure ambientali, pur mantenendo una struttura di aiuti ancora articolata e non interamente riconducibile alla green economy.

Le risorse del Pnrr e il legame con gli aiuti di Stato

Un elemento centrale nella dinamica degli aiuti ambientali italiani è rappresentato dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), che ha ampliato le possibilità di intervento pubblico in settori strategici, anche alla luce della maggiore flessibilità concessa dall’Ue nel quadro temporaneo per la crisi e la transizione (Tctf).

Le misure inserite nel Pnrr e coperte da fondi europei – come quelle per il potenziamento delle energie rinnovabili, il sostegno all’economia circolare o la promozione di filiere produttive verdi – sono in molti casi sussidi riconosciuti come aiuti di Stato, e contribuiscono a spiegare la crescita della quota ambientale nei dati aggregati.

Nuovi criteri europei e necessità di rendicontazione

L’incremento degli aiuti ambientali è accompagnato da una crescente attenzione alla trasparenza, alla misurabilità e alla condizionalità dei sussidi. I nuovi orientamenti europei richiedono infatti che gli aiuti a finalità ambientale siano: proporzionati all’obiettivo da conseguire, giustificati in termini di impatto netto sulle emissioni o sulla sostenibilità, soggetti a controlli e rendicontazione periodica.

In alcuni casi, le autorità nazionali devono dimostrare che non esistono soluzioni di mercato equivalenti e che il sostegno pubblico non distorce la concorrenza in modo sproporzionato. La Banca d’Italia rileva che la convergenza normativa tra politiche ambientali e quadro sugli aiuti di Stato rappresenta uno dei pilastri della nuova politica industriale europea.