Il governo studia la proroga sulle imposte differite

Il settore bancario torna al centro della manovra economica 2026. Secondo indiscrezioni riportate da Bloomberg, l’esecutivo starebbe valutando di prorogare la sospensione delle imposte differite attive (Dta), misura che consentirebbe allo Stato di incassare fino a 3 miliardi di euro aggiuntivi. Un contributo che si sommerebbe agli effetti già prodotti dall’accordo del 2025, quando le banche avevano garantito un gettito straordinario di circa 4,5 miliardi.

L’Abi: apertura al confronto, ma con paletti

La risposta dell’Abi non si è fatta attendere. L’associazione dei banchieri ha ribadito che il settore «ha già dato» un contributo importante, ma si è detta disponibile a partecipare a un confronto istituzionale e sociale. Domani è atteso il primo incontro del comitato esecutivo, che dovrebbe assegnare al presidente Antonio Patuelli e al direttore generale Giovanni Sabatini un mandato ristretto per trattare con il governo.

I nodi sul tavolo

Il cuore della trattativa riguarda l’impatto delle nuove misure. Per il 2025 l’utilizzo delle Dta potrà ancora generare benefici, ma con limiti stringenti: massimo 56% dell’ordine lordo e un tetto di 1,1 miliardi di euro. Per il biennio 2025-2026, quindi, il contributo complessivo delle banche potrebbe arrivare fino a 4,5 miliardi. Sul tavolo resta anche l’ipotesi di un prelievo aggiuntivo sugli “acquisti propri” (buy back) delle società, con tassazione tra il 26 e il 30%, ipotesi però che non convince parte della maggioranza.

Le tensioni politiche

La questione fiscale sul comparto bancario divide anche la politica. La Lega spinge per nuove tasse, Forza Italia frena e chiede equilibrio. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, intanto, ha preso tempo sottolineando che si tratta solo di valutazioni preliminari, mentre il governo non ha ancora fissato incontri ufficiali con le associazioni di categoria.

Un settore che resta sotto osservazione

Il mondo bancario teme che l’ennesimo intervento possa frenare la crescita e pesare sulla stabilità dei mercati. Non a caso, negli ultimi mesi, titoli come quelli del Ftse Mib hanno perso capitalizzazione a causa delle incertezze normative. Resta ora da capire se l’esecutivo sceglierà la strada del dialogo con l’Abi o se deciderà per una linea più dura, imponendo un nuovo contributo straordinario.