Il rischio per i territori
La chiusura di sportelli bancari nei piccoli comuni e in montagna non è solo un problema logistico, ma un vero e proprio rischio per lo sviluppo economico dei territori. A lanciare l’allarme è Marco Bussone, presidente nazionale Uncem, dopo l’audizione in commissione con i rappresentanti delle banche e della Regione Emilia-Romagna.
Chiudere in montagna significa rinunciare alle comunità
«Chiudere in montagna e nei piccoli comuni è molto più grave che chiudere uno sportello in città», sottolinea Bussone, evidenziando come i grandi istituti, pur registrando enormi utili, abbiano deciso di allontanarsi da territori che necessitano di presenza bancaria e supporto alle comunità locali. Secondo il presidente di Uncem, il problema non riguarda solo l’accesso al contante o ai servizi tradizionali, ma il venir meno della capacità delle banche di pensare e collaborare con le comunità locali sul modello di sviluppo economico dei territori.
Regione Emilia-Romagna: impegno politico e audizioni
Bussone ha espresso apprezzamento per il lavoro svolto dal Consiglio regionale e dalla Giunta con l’assessore Baruffi per cercare di evitare nuove chiusure. Le audizioni e la risoluzione approvata in Consiglio dovrebbero tradursi in azioni concrete per fermare la fuga delle banche, intervenendo a sostegno delle comunità e dei sindaci.
Le BCC come alternativa ai grandi istituti
Uncem conferma il sostegno alle Banche di Credito Cooperativo, che mantengono sportelli aperti e talvolta ne aprono di nuovi laddove i grandi istituti chiudono. Bussone ricorda, però, che senza un intervento mirato e un impegno politico costante, la smobilitazione bancaria nei territori montani continuerà a minacciare la crescita economica e la coesione sociale delle comunità.







