La Banca Centrale Europea ha intensificato il monitoraggio sulle principali banche europee, ponendo sotto esame la gestione dei rischi climatici, la governance e la liquidità. La stretta regolatoria potrebbe tradursi in nuovi accantonamenti e riduzione della redditività, in un contesto economico già complesso.
Il rischio climatico sotto la lente della BCE
Uno dei principali obiettivi della BCE riguarda l’impatto del cambiamento climatico sul sistema finanziario. Eventi meteorologici estremi, siccità, inondazioni e transizione energetica stanno influenzando la stabilità economica, con possibili ripercussioni su inflazione, crescita e trasmissione della politica monetaria. Francoforte ha avviato un dialogo con oltre 50 istituti – tra cui Intesa Sanpaolo e UniCredit – per valutare l’integrazione dei rischi ambientali nei principi contabili e nei modelli di gestione finanziaria.
Ispezioni e richieste di adeguamento
Dopo il complesso stress test del 2022, la BCE ha chiesto alle banche una revisione interna sui processi di governance e gestione del rischio. L’autovalutazione ha riguardato tutti gli istituti vigilati, con particolare attenzione alla gestione delle crisi di liquidità e alle politiche di mitigazione dei rischi climatici. I primi risultati hanno evidenziato lacune significative, portando a feedback dettagliati e richieste di adeguamento.
Maggiore distanza tra Europa e Stati Uniti
Aumentano le differenze tra le normative europee e quelle statunitensi. In questi giorni, la BCE sta inviando lettere di richiamo agli istituti meno conformi, con la minaccia di future ispezioni mirate. Questa pressione normativa potrebbe avere un impatto diretto sui dividendi e sulla capacità delle banche di rispettare gli obiettivi dichiarati nei piani industriali.







