Novità nelle retribuzioni dei Top manager
I pacchetti retributivi dei CEO europei stanno cambiando: non contano più solo profitti e dividendi, ma anche obiettivi ambientali, sociali e di governance. Riduzione delle emissioni, inclusione di genere e trasparenza dei processi diventano criteri che valgono milioni di euro. Ma attenzione: senza metriche chiare, la sostenibilità rischia di trasformarsi in greenwashing.
Una tendenza in crescita
Secondo la Banca d’Italia, oltre il 60% delle società quotate in Europa include obiettivi ESG nelle retribuzioni dei CEO, con punte del 75% nei Paesi nordici. In Francia e Germania la componente ESG raggiunge il 20-25% della retribuzione totale, mentre in Italia è circa il 15% e in aumento. Gli indicatori più comuni riguardano riduzione delle emissioni, diversità nei board e gestione responsabile della supply chain.
Regole e pressione degli investitori
Il cambiamento non è casuale: la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) impone metriche verificabili sugli impatti ESG e i grandi investitori istituzionali premiano le aziende che dimostrano serietà nella sostenibilità. Così, lo shareholder value tradizionale lascia spazio a un modello di stakeholder capitalism, dove dipendenti, comunità e ambiente contano tanto quanto i profitti.
Settori trainanti
Energia, finanza e manifattura guidano la transizione. Utility e oil major legano i bonus a target climatici, banche e assicurazioni premiano la riduzione dell’esposizione ai settori carbon-intensive, mentre automotive e tessile integrano obiettivi di economia circolare e riduzione delle emissioni lungo le filiere.
Opportunità e rischi
I bonus ESG possono rafforzare la cultura aziendale e la reputazione esterna, ma senza trasparenza e standard condivisi rischiano di generare scetticismo e greenwashing. La Banca d’Italia sottolinea la necessità di armonizzare le metriche e coinvolgere revisori indipendenti per garantire credibilità.
Orizzonte di lungo periodo
Molti bonus hanno orizzonti brevi, mentre la sostenibilità richiede strategie a 10-15 anni. Incentivi troppo immediati possono favorire azioni rapide e visibili, trascurando trasformazioni strutturali e investimenti duraturi. Allineare la remunerazione a obiettivi di lungo termine è la vera sfida.
Verso un nuovo modello di capitalismo
Se calibrati correttamente, i bonus ESG possono diventare il motore di un capitalismo sostenibile, in cui il successo del CEO si misura non solo nei dividendi, ma nella capacità di generare valore reale per società e ambiente. La partita si gioca nei board e nelle istituzioni europee: l’obiettivo è far sì che i bonus verdi possano diventare uno strumento concreto e non soltanto un’operazione di facciata.







