Quaranta miliardi di euro per il tessuto produttivo del Sud Italia. Questa la cifra che Intesa Sanpaolo metterà a disposizione delle piccole e medie imprese meridionali nell’ambito dell’accordo quadriennale siglato con Confindustria, presentato ufficialmente a Napoli.
Un piano strategico per il Mezzogiorno
L’iniziativa si inserisce in un più ampio programma nazionale da 200 miliardi fino al 2028, volto a sostenere lo sviluppo industriale e le grandi trasformazioni tecnologiche legate alla Transizione 5.0 e all’intelligenza artificiale. Tuttavia, è proprio sul Mezzogiorno che si concentra l’attenzione con 40 miliardi destinati a finanziare insediamenti produttivi, ampliamenti, innovazione, energia e sostenibilità.
La Zes unica e il rilancio della competitività
Elemento chiave del piano è la Zes unica del Mezzogiorno, un’area con burocrazia semplificata e fiscalità di vantaggio che punta a diventare un motore di competitività. “Crediamo nelle potenzialità del Sud, settima area manifatturiera d’Europa”, ha dichiarato Stefano Barrese, responsabile della divisione Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo. “Il nostro impegno è rafforzare il tessuto imprenditoriale locale, già interconnesso con il resto del Paese e l’estero”.
Focus su innovazione e settori strategici
Il protocollo mira a sostenere settori ad alto potenziale come aerospazio, robotica e scienze della vita, oltre a incentivare economia circolare e housing sostenibile. Particolare attenzione è dedicata alle startup tecnologiche, che potranno beneficiare di strumenti finanziari e servizi mirati.
Segnali di ripresa e incentivi fiscali
I dati indicano una ripresa dell’economia meridionale, seppur con andamenti disomogenei. Il report Check-up Mezzogiorno di Confindustria e SRM evidenzia che nel 2024 l’export delle regioni del Sud ha raggiunto i 65 miliardi, segnando un incremento del 36% rispetto ai livelli pre-pandemia. L’occupazione è cresciuta del 2,2%, con un +3,3% per quella femminile.
Nonostante un divario economico ancora significativo rispetto al Centro-Nord, il gap si sta riducendo: negli ultimi tre anni, il Sud ha recuperato sei punti. A dare ulteriore slancio è l’incentivo fiscale per la Zes, che nel 2024 ha beneficiato 7 mila imprese per un totale di oltre 2,5 miliardi di euro in crediti d’imposta, con una media di 370 mila euro per azienda.
“Un Sud più forte significa un’Italia più competitiva”, ha sintetizzato il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini. L’obiettivo ora è trasformare questo slancio in una crescita strutturale e duratura.







