Una sola emissione green in tre mesi
Il 2025 si è aperto con un dato sorprendente: negli Stati Uniti è stato emesso un solo green bond societario nel primo trimestre dell’anno. A lanciarlo è stata la utility Oglethorpe Power, per un valore di appena 350 milioni di dollari. Un crollo drastico, se si considera che negli ultimi quattro anni il volume delle emissioni trimestrali si era sempre mantenuto tra i 7 e i 10 miliardi. Non si registrava un dato così basso dal 2015.
La flessione si inserisce in un contesto politico fortemente critico nei confronti degli strumenti finanziari legati ai criteri ESG (ambientali, sociali e di governance), con pressioni da parte dei repubblicani e accuse di greenwashing da parte di esponenti della sinistra.
Il clima politico scoraggia le aziende
Dietro al calo non ci sarebbe solo un cambio di strategia economica, ma un vero e proprio adattamento al nuovo corso politico inaugurato dall’amministrazione Trump, apertamente ostile all’approccio ESG. In questo clima, molte aziende americane preferiscono non esporsi: piuttosto che etichettare come “green” le proprie obbligazioni, scelgono di adottare un atteggiamento prudente, una sorta di strategia “wait and see”.
Questo non significa però un disimpegno dagli obiettivi di sostenibilità. Le imprese continuano a investire per migliorare l’efficienza energetica e ambientale, ma senza mettere etichette che possano attirare critiche o azioni legali.
Il greenium non basta più
Un altro fattore che ha contribuito al rallentamento delle emissioni è la scomparsa del cosiddetto greenium, ovvero il premio che gli investitori erano disposti a pagare per le obbligazioni green, solitamente caratterizzate da rendimenti più bassi. Secondo dati Bloomberg, nel 2024 questo vantaggio si è praticamente azzerato, portando molte aziende a riconsiderare i costi aggiuntivi legati alla certificazione e alla comunicazione dei titoli sostenibili.
Alcune realtà, come Xcel Energy Inc., hanno deciso di attribuire l’etichetta green solo in presenza di reali benefici economici, ad esempio una riduzione del costo del capitale.
Il resto del mondo accelera
Mentre negli USA il mercato dei green bond societari rallenta, a livello globale la tendenza resta positiva. BNP Paribas prevede emissioni per 660 miliardi di dollari nel 2025, con una crescita dell’8% rispetto all’anno precedente.
In Cina, nei primi due mesi dell’anno, sono stati collocati oltre 17 miliardi di dollari di green bond, quasi cinque volte rispetto allo stesso periodo del 2024. Il mercato municipale americano, inoltre, continua a emettere green bond a un ritmo record, insieme al Regno Unito.
Secondo Sean Kidney, CEO di Climate Bonds Initiative, il marchio green resta importante: «Aiuta le aziende a comunicare con il mercato e ad allinearsi a standard globali. La ritirata degli USA non fermerà la crescita: il percorso sarà forse più irregolare, ma la direzione è tracciata»
——
Greenium: il fenomeno per cui gli investitori pagano un prezzo superiore per un’obbligazione sostenibile rispetto a una tradizionale







