Il governo in campo per progetti educativi su media e informazione. L’Agcom (Autorità per le garanzie nelle comunicazioni) ha messo in fila le linee attuative concrete del Fondo per l’alfabetizzazione digitale e per la protezione dei minori gestito dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit). Dopo le fasi preliminari di definizione normativa e il coordinamento con gli altri soggetti istituzionali, viene ora ufficializzato il meccanismo di finanziamento dei progetti educativi, con criteri chiari, importi definiti e una cornice procedurale completa. Si tratta del primo bando nazionale dedicato espressamente alla cittadinanza digitale, pensato per sostenere interventi formativi, culturali e sociali volti a migliorare l’uso consapevole delle tecnologie tra i più giovani. Il Fondo è parte integrante della Strategia nazionale per le competenze digitali 2023–2026 e si inserisce nelle azioni previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza sul fronte della digitalizzazione inclusiva.
Cofinanziamento fino all’80% con tetto massimo a 340mila euro
L’intervento pubblico si articola in forma di contributo a fondo perduto, con un meccanismo di cofinanziamento fino all’80% delle spese ammissibili. Il tetto massimo per ciascun progetto è fissato a 340.000 euro, una soglia pensata per consentire sia iniziative locali di medie dimensioni sia sperimentazioni a carattere più ampio e replicabile. Le spese ammissibili comprendono la progettazione, la produzione di materiali formativi, i costi di personale, le attività di comunicazione e disseminazione, l’acquisto di tecnologie specifiche per la didattica, le spese per l’organizzazione di eventi e laboratori, nonché i costi generali indiretti. Le proposte dovranno avere una durata compresa tra i 6 e i 12 mesi e prevedere indicatori chiari per la valutazione dell’impatto educativo e sociale.
Priorità tematiche e criteri di valutazione
La Relazione individua una serie di ambiti prioritari su cui orientare i contenuti dei progetti. Tra questi figurano l’educazione alla verifica delle fonti, la lotta alla disinformazione, l’uso consapevole dei social media, la prevenzione dei rischi online per i minori (tra cui cyberbullismo, grooming, revenge porn), l’educazione all’intelligenza artificiale e il rafforzamento della cittadinanza digitale attiva. La selezione dei progetti avverrà sulla base di criteri strutturati, che comprendono la qualità metodologica, la coerenza con gli obiettivi del bando, l’impatto atteso, la replicabilità del modello, il coinvolgimento diretto dei beneficiari, l’esperienza pregressa dei proponenti e l’equilibrio territoriale. Previsti punteggi premianti per le iniziative che dimostrano un impianto innovativo, un uso efficace delle tecnologie educative e la capacità di generare contenuti condivisibili su scala nazionale.
Chi può partecipare e come candidarsi
Possono presentare domanda di finanziamento una ampia gamma di soggetti: enti del Terzo settore, istituzioni scolastiche, università, enti locali, fondazioni culturali e sociali, associazioni professionali, centri di ricerca pubblici o privati. I progetti possono essere presentati da un singolo ente oppure da partenariati composti da più soggetti, con la possibilità di integrare competenze educative, tecnologiche e territoriali. La domanda andrà presentata attraverso una piattaforma online gestita dal Mimit, secondo le scadenze che verranno definite con l’uscita dell’avviso pubblico. La Relazione anticipa che il primo bando sarà pubblicato entro l’autunno 2024, con una dotazione iniziale di 1 milione di euro per il primo ciclo di selezione. I progetti selezionati dovranno concludersi entro la fine del 2025.
Monitoraggio e indicatori di impatto
Il Mimit istituirà una commissione tecnica di valutazione composta da esperti di media education, rappresentanti delle istituzioni coinvolte e figure indipendenti. Le attività di monitoraggio riguarderanno sia l’avanzamento fisico e finanziario dei progetti sia la misurazione dell’impatto effettivo sulle competenze digitali dei partecipanti.
Tra gli indicatori previsti figurano il numero di destinatari raggiunti, la distribuzione geografica delle iniziative, la qualità dei contenuti prodotti, il grado di coinvolgimento delle famiglie e delle comunità locali, la capacità di disseminazione dei risultati. I progetti dovranno obbligatoriamente presentare un rapporto finale contenente un’analisi delle attività svolte, dei risultati raggiunti e delle criticità riscontrate. Tutti i dati raccolti confluiranno nella Relazione annuale di monitoraggio dell’Alfabetizzazione Mediatica e Digitale, che il Mimit trasmetterà alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e al Parlamento, e che sarà resa disponibile anche in formato open data.
Risorse pluriennali e prossimi bandi
Il Fondo per l’alfabetizzazione digitale dispone di una dotazione triennale pari a 3 milioni di euro complessivi, suddivisi su tre annualità (2024-2025-2026). Dopo il primo bando previsto per il 2024, sono già in programma due ulteriori finestre di finanziamento, che verranno lanciate nel corso del 2025 e 2026, in base all’esito della prima fase e all’eventuale rifinanziamento del Fondo con risorse aggiuntive.
La Relazione segnala che il Mimit sta lavorando anche alla predisposizione di un vademecum operativo che sarà diffuso nei mesi successivi al primo bando, per accompagnare enti e associazioni nella scrittura dei progetti e nell’utilizzo della piattaforma di candidatura. L’obiettivo è ampliare la base dei beneficiari, promuovendo la partecipazione anche da parte di soggetti piccoli e radicati nei territori meno digitalizzati. Secondo le stime contenute nel documento, nel triennio saranno finanziati almeno 150 progetti su tutto il territorio nazionale, con una platea potenziale di oltre 200.000 studenti coinvolti direttamente, a cui si aggiungeranno docenti, genitori e operatori educativi.








