Nuovi dazi, vecchi problemi: la stangata per le esportazioni italiane

L’accordo commerciale tra Stati Uniti ed Europa, presentato come un passo verso un nuovo equilibrio globale, rischia di trasformarsi in un boomerang per l’Italia. I dazi generalizzati al 15% imposti dagli USA, rispetto alla tariffa base del 4,8%, colpiscono duramente le esportazioni italiane. Anche se alcuni prodotti potrebbero beneficiare di regimi speciali a dazio zero – ancora da definire – la misura minaccia gran parte delle merci italiane, soprattutto in quei settori dove la competitività si gioca su margini sottilissimi. Intanto, resta irrisolta la questione della web tax italiana, che in passato aveva già alimentato tensioni con Washington.

Un colpo nel momento sbagliato

Il tempismo non potrebbe essere peggiore. Le esportazioni italiane stavano vivendo un momento d’oro: negli ultimi cinque anni l’export è cresciuto del 30%, raggiungendo nel 2024 un valore record di 623 miliardi di euro. Solo verso gli Stati Uniti si registrano esportazioni per 65 miliardi, con un surplus commerciale salito a 55 miliardi, quasi 20 in più rispetto all’anno precedente. In questo contesto, l’introduzione dei nuovi dazi potrebbe generare un aumento dei prezzi al consumo negli USA, rendendo meno competitivi i prodotti italiani. Le imprese esportatrici saranno costrette a scegliere: assorbire il rincaro (riducendo i margini di profitto) o trasferirlo sui consumatori (perdendo attrattività).

A rischio miliardi di export e posti di lavoro

Secondo le stime più recenti, almeno 10 miliardi di export italiano verso gli USA sarebbero a rischio. In assenza di mercati alternativi o accordi specifici che prevedano esenzioni, molte imprese – soprattutto le PMI – potrebbero finire in seria difficoltà. Per l’economia americana, l’impatto potrebbe essere limitato. Ma per l’Italia, che basa la sua forza su un sistema produttivo votato alla qualità e alla competitività di prezzo, queste nuove barriere rappresentano una minaccia concreta. A rischiare sono interi settori chiave del Made in Italy, dall’agroalimentare alla moda, la meccanica, l’arredamento.