Solidi segnali di crescita
Secondo l’Ing Sustainable Finance Pulse, il mercato della finanza sostenibile registra una significativa ripresa nel 2025, segnando segnali di crescita solida nonostante l’incertezza politica e le turbolenze dei mercati globali. Le emissioni globali di strumenti ESG hanno raggiunto 432 miliardi di dollari nel secondo trimestre, portando il totale da inizio anno a 852 miliardi, in linea con i livelli del biennio precedente. Il report trimestrale analizza le tendenze globali della finanza sostenibile e le prospettive per i capitali destinati alla transizione energetica.
Andamento regionale dei mercati ESG
Il panorama globale mostra dinamiche differenziate tra le principali aree geografiche. Negli Stati Uniti, il mercato ESG mostra segnali di rallentamento a causa di politiche meno favorevoli e di un clima prudente tra gli investitori. In Europa, il mercato mantiene stabilità, anche se molte aziende continuano a considerare più conveniente ricorrere a strumenti non sostenibili. All’opposto, l’Asia-Pacifico accelera, avviandosi verso un anno da record grazie al ruolo crescente delle imprese e delle istituzioni finanziarie locali. Particolarmente dinamica risulta l’Europa centro-orientale, dove le emissioni sostenibili continuano a crescere a ritmi sostenuti.
Resilienza e prospettive della finanza sostenibile
Nonostante la volatilità dei mercati, l’Ing Sustainable Finance Pulse evidenzia segnali di resilienza strutturale. Le imprese mantengono gli impegni climatici al 2030, i governi continuano a utilizzare la finanza sostenibile per sostenere la transizione e la standardizzazione regolatoria riduce l’incertezza, ampliando la platea di progetti bancabili. La normalizzazione dei tassi di interesse potrebbe inoltre rilanciare un nuovo ciclo di investimenti green, soprattutto nel settore delle infrastrutture energetiche.
Energia e transizione industriale al centro degli investimenti
L’energia resta il principale polo di attrazione dei capitali sostenibili. Gli investitori guardano con attenzione all’elettrificazione dei consumi, alle reti e ai sistemi di accumulo, oltre all’evoluzione industriale verso tecnologie a basse emissioni come l’idrogeno e il CCS (carbon capture and storage). La mobilità elettrica emerge come indicatore chiave della transizione: nel 2025, le vendite di veicoli elettrici hanno raggiunto il 50% in Cina e il 27% in Europa, sebbene rimangano sfide significative per la rete di ricarica, in particolare in mercati strategici come la Germania.

La sfida futura: quantità e qualità dei flussi
Il report prevede che la transizione energetica continuerà ad attrarre capitali in misura crescente, anche se il percorso non sarà lineare e sarà influenzato da scelte geopolitiche e nuove regole ESG. La vera sfida dei prossimi mesi non sarà tanto la quantità dei flussi di investimento, ma la loro destinazione, con l’obiettivo di finanziare progetti che riducano concretamente le emissioni, rafforzino la sicurezza energetica e sostengano la competitività delle economie europee.







