Fondazioni bancarie, motori di sviluppo
Nel cuore dell’Italia, le Fondazioni di origine bancaria stanno ridefinendo il significato di sviluppo. Non si tratta solo di finanza: attraverso investimenti mirati in cultura, arte e progetti sociali, queste Fondazioni si rivelano strumenti potentissimi di crescita. Un caso emblematico? La mostra-evento sulla Battaglia di Pavia, che porta con sé benefici culturali, turistici… e anche economici.
Da protocollo giuridico a motore culturale
Tutto parte dal Protocollo MEF-Acri del 2015, un accordo tra il Ministero dell’Economia e delle Finanze e le Fondazioni di origine bancaria, che regola la loro attività e autonomia. Oggi, questo Protocollo sta per essere aggiornato con un nuovo Addendum, che punta a valorizzare ulteriormente l’impatto delle Fondazioni, sia in ambito sociale sia economico. Grazie a questo sistema di soft law, l’Italia ha creato un modello unico: pluralistico, flessibile, condiviso tra pubblico e privato, che permette alle Fondazioni di agire come veri catalizzatori di sviluppo territoriale.
Il credito cresce anche grazie alla cultura: il caso Pavia
Dietro mostre d’arte, restauri, eventi culturali e sociali, si muove un sistema più ampio. La cultura non è un costo, ma un investimento. E le Fondazioni lo sanno bene: supportano progetti che generano valore economico indiretto, visibilità internazionale, attrazione turistica e fiducia nel territorio. A Pavia, un esempio concreto. La mostra sulla Battaglia di Pavia presso il Castello Visconteo, una rassegna con prestiti da musei internazionali (Londra, Ginevra, Napoli, ecc.), porterà benefici non solo culturali, ma anche economici all’intera area. Un progetto reso possibile dalla Fondazione Monte di Lombardia.
Un ruolo silenzioso ma decisivo
Le Fondazioni bancarie non fanno solo mecenatismo. Coniugano competenze finanziarie, relazioni professionali e visione sociale. Promuovono fiducia, accesso al credito, sviluppo sostenibile. E lo fanno in modo concreto: investendo nei territori, sostenendo il Terzo Settore, partecipando a eventi che rafforzano il capitale umano e culturale delle comunità. Non è un caso se, grazie a questi progetti, la città di Pavia ha ottenuto visibilità internazionale, ospitando anche l’Ensemble de I Solisti di Pavia all’Expo di Osaka, con un forte impatto reputazionale per il Paese.
Non solo arte: le fondazioni come infrastrutture del futuro
Il vero valore delle Fondazioni è il loro patrimonio relazionale, sociale ed economico. Sono infrastrutture invisibili ma essenziali, che operano al servizio del bene comune. Superano l’immagine stereotipata di enti legati solo al passato bancario, e oggi si presentano come attori strategici per uno sviluppo umano, sostenibile, condiviso. Il loro contributo non si limita all’ambito culturale: intervengono anche in ambiti sociali, educativi, ambientali, spesso dove lo Stato fatica ad arrivare.
Perché questo modello funziona?
Perché è italiano, eppure unico in Europa. Perché affonda le radici nella storia bancaria, ma guarda al futuro. Perché dove c’è una Fondazione attiva, c’è un territorio che cresce, che recupera fiducia, che crea lavoro anche grazie all’indotto culturale e sociale. Le Fondazioni bancarie sono molto più che soggetti finanziari: sono motori civici, promotori di progetti che fanno bene all’economia perché fanno bene alle persone. E quando un Paese riesce a unire bellezza, cultura e coesione sociale, il credito cresce. Anche quello, sì, delle banche.







