Obiettivi climatici: servono investimenti record
Raggiungere gli obiettivi climatici fissati per il 2030 richiederà uno sforzo economico imponente, con investimenti stimati tra i 403 e i 558 miliardi di euro all’anno. A sottolinearlo è un documento della Banca Centrale Europea, richiamato da Roberto Torrini, capo del Servizio Struttura economica di Bankitalia, durante un’audizione alla X Commissione della Camera dedicata al Patto per l’industria pulita, iniziativa promossa dalla Commissione europea.
I limiti dei bilanci pubblici
Secondo Torrini, non è realistico pensare che la transizione ecologica possa essere sostenuta esclusivamente dai bilanci pubblici dei singoli Stati. Le risorse necessarie sono troppo elevate e il rischio è quello di compromettere gli equilibri finanziari nazionali. Inoltre, ha sottolineato, le capacità di spesa variano notevolmente tra i Paesi membri dell’Unione Europea, e un impegno finanziario squilibrato potrebbe creare distorsioni nella concorrenza interna al mercato unico. Un altro aspetto cruciale è che i benefici della transizione verde non si limitano al singolo Paese che investe, ma si distribuiscono su scala europea e globale. Per questo motivo, il peso economico non può essere sostenuto in modo isolato da ciascun governo.
Privati protagonisti della transizione
Di fronte a un fabbisogno così imponente, Torrini ha ribadito la necessità di coinvolgere in modo attivo il settore privato. I capitali pubblici non possono bastare, né per quantità né per rapidità di intervento. Solo con la mobilitazione degli investitori privati sarà possibile garantire la realizzazione delle infrastrutture verdi e delle tecnologie necessarie per una transizione realmente efficace e sostenibile.
Verso una strategia europea condivisa
Il monito di Bankitalia arriva in un momento cruciale, mentre l’Europa è chiamata a definire le modalità di attuazione del Patto per l’industria pulita. Torrini ha ribadito che serve una strategia comune, capace di coordinare gli sforzi degli Stati membri, evitare squilibri e valorizzare il ruolo del settore privato. Solo una risposta europea strutturata potrà garantire l’equità del processo di transizione, assicurando al tempo stesso competitività e stabilità economica.







