Il mondo si muove (di più) verso la sostenibilità
Le aziende di tutto il mondo stanno dimostrando un impegno crescente nel migliorare le proprie performance ambientali, sociali ed etiche. A dirlo è la nona edizione del Global Supply Chain Sustainability Risk & Performance Index, pubblicata da EcoVadis, che ha analizzato 89.000 aziende, di cui quasi 50.000 valutate per la prima volta nel 2024. Il numero di valutazioni di sostenibilità a livello globale è cresciuto del 167% nell’ultimo quinquennio, segno di un’accelerazione netta verso pratiche più responsabili.
L’Asia-Pacifico accelera, l’Italia si distingue
Nel 2024 la regione dell’Asia-Pacifico ha registrato i maggiori miglioramenti nei punteggi relativi ai quattro pilastri della sostenibilità – ambiente, lavoro e diritti umani, etica e approvvigionamento sostenibile – superando persino il Nord America nella performance ambientale. Pur restando indietro rispetto a Europa e Nord America su etica e diritti umani, l’APAC sta riducendo rapidamente il divario, ridefinendo gli equilibri globali. In Europa, l’Italia si distingue con un punteggio medio di 58,3, superiore sia alla media globale (53,4) sia a quella europea (57,8). Il nostro Paese supera Germania e Spagna e si avvicina ai livelli di eccellenza del Regno Unito e della Francia, che guida la classifica tra i grandi Paesi europei con 60,4 punti.
Verso progressi misurabili, nonostante le polarizzazioni
Il quadro tracciato dall’Index mostra che, anche in un contesto spesso polarizzato sul piano politico e comunicativo, le aziende stanno compiendo progressi concreti. Il 27% delle imprese sottoposte a valutazioni multiple è oggi classificato come top performer, un dato più che raddoppiato rispetto al 2020. La sostenibilità aziendale, quindi, sta diventando una leva strategica reale, non solo un obiettivo dichiarato.
Cina in rimonta, ma restano ampie sacche di rischio
Nel 2024 la Cina ha fatto un balzo avanti del 37% nelle valutazioni EcoVadis, superando gli Stati Uniti e posizionandosi al secondo posto dopo la Francia per numero di aziende valutate. L’Africa e il Medio Oriente hanno segnato la crescita regionale più alta, seguite dall’Europa. Tuttavia, le prime valutazioni evidenziano anche aree critiche: oltre un terzo delle aziende valutate per la prima volta ha ottenuto punteggi inferiori a 45, rientrando nella fascia di rischio medio-alta. In particolare, il 62% delle imprese cinesi e il 45% di quelle statunitensi sono risultate a rischio, contro appena il 12% nel Regno Unito.
La costanza premia e l’approvvigionamento resta il tallone d’Achille
Le aziende che si sottopongono regolarmente a valutazione ottengono risultati migliori: l’86% di quelle valutate più volte supera la soglia critica, dimostrando che la continuità nei controlli si traduce in una gestione più solida. L’ambito in cui si registrano i maggiori progressi è quello degli approvvigionamenti sostenibili. Tuttavia, resta anche il punto più debole: il 60% delle aziende valutate (e il 75% di quelle all’inizio del percorso) rientra ancora nella fascia di rischio più elevata.
Le performance parlano chiaro
Secondo Sylvain Guyoton, Chief Rating Officer di EcoVadis, la sostenibilità nella catena di fornitura sta diventando sempre più una scelta strategica, in grado di offrire benefici tangibili: riduzione dei rischi, maggiore resilienza, migliori performance operative e perfino risparmi. Nonostante il rumore di fondo del dibattito pubblico, i dati raccontano una realtà diversa: chi investe davvero nella sostenibilità, raccoglie risultati concreti e guida l’evoluzione del mercato.







