Un avvertimento in un momento cruciale

Christine Lagarde torna a puntare il dito contro le criptovalute, considerate da sempre prive di valore intrinseco e terreno fertile per speculazioni e attività criminali. Stavolta, la presidente della Bce ha lanciato un chiaro allarme sulle stablecoin, in un momento delicato per il futuro dell’euro digitale. Negli Stati Uniti è entrato in vigore il Genius Act, la prima legge federale a disciplinare queste monete ancorate al dollaro. L’Unione europea, di conseguenza, è chiamata ad accelerare con regole proprie e con la creazione di una valuta digitale pubblica.

I rischi individuati dalla Bce

Nel corso della conferenza 2025 dell’Esrb a Francoforte, Lagarde ha spiegato che le stablecoin non portano rischi nuovi, ma ripropongono problemi noti: soprattutto quello della liquidità. Senza regole comuni e senza una cooperazione internazionale solida, le conseguenze di una corsa ai ritiri potrebbero essere devastanti. Gli operatori, ha ammonito, devono garantire riserve sufficienti per coprire rapidamente le richieste di rimborso, evitando scenari simili a crisi bancarie in miniatura.

Le lacune del regolamento europeo

L’Unione europea ha provato a rafforzare le difese con il regolamento Micar, che impone agli emittenti di permettere sempre il rimborso al valore nominale e di detenere riserve bancarie consistenti. Tuttavia, secondo Lagarde, permangono “lacune” pericolose. Il problema maggiore riguarda gli schemi di emissione multipla, nei quali società europee ed extraeuropee collaborano per emettere la stessa stablecoin. Un caso emblematico è quello di Usdc, gestita da Circle, che opera con due entità – una statunitense e una con sede in Francia – condividendo riserve tra le due giurisdizioni. In caso di tensioni, la fungibilità della moneta digitale potrebbe scaricare il peso dei rimborsi sulle banche europee.

La minaccia della dollarizzazione

Oltre ai rischi di liquidità, Lagarde guarda con preoccupazione al predominio del dollaro. Oggi il 99% delle stablecoin è ancorato alla valuta americana, con prospettive di crescita fino a 3.700 miliardi di dollari entro il 2030. Questo scenario rischia di accentuare la dollarizzazione dei mercati finanziari globali, mettendo in difficoltà l’area euro e acuendo la competizione normativa tra Stati Uniti ed Europa.

L’euro digitale come linea di difesa

Per la presidente della Bce la risposta deve essere rapida e chiara: rafforzare la cornice normativa e accelerare sul progetto dell’euro digitale. Un’alternativa pubblica e sicura che possa offrire ai cittadini un mezzo di pagamento moderno senza minacciare la stabilità finanziaria. Come ha scritto il capo economista della Bce, Philip R. Lane, le stablecoin sono parte di un “universo monetario privato”, mentre un euro digitale ben progettato può innovare il sistema senza metterne a rischio i fondamenti.

Il monito della Consob

Alla conferenza Esrb è intervenuto anche Federico Cornelli, commissario Consob, che ha ricordato un punto essenziale: «Solo l’euro digitale emesso dalla Bce è moneta legale, e questo deve essere chiarito a tutti i cittadini». Cornelli ha ribadito inoltre un avvertimento già espresso in passato: nel caso scoppi una bolla delle criptovalute, nessuno potrà chiedere risarcimenti alle autorità o ai governi.