Stanziamenti in crescita ma fondi bloccati, strumenti normativi non operativi e zero risultati concreti: il programma di finanza pubblica “Sostegno allo sviluppo sostenibile”, istituito per finanziare progetti ambientali strategici dello Stato, fatica a decollare. Lo segnala la Corte dei conti nella Relazione sul rendiconto 2024, sottolineando come – nonostante oltre 3 miliardi di euro assegnati dal 2020 – gran parte delle risorse sia rimasta inutilizzata per l’assenza di decreti attuativi e il mancato via libera dell’UE. Una paralisi che frena investimenti cruciali su decarbonizzazione, economia circolare e rigenerazione urbana. Nel solo 2024 risultano disponibili 44 milioni, ma gli impegni sono ancora prossimi allo zero. Nato con l’ambizione di essere il cuore operativo delle politiche ambientali dello Stato italiano, il Programma 14 “Sostegno allo sviluppo sostenibile”, parte integrante della Missione 18, dunque, si è rivelato nel 2024 un contenitore di risorse inutilizzate e di promesse non mantenute. A fronte di stanziamenti crescenti, il bilancio mostra una realtà stagnante: molti interventi restano bloccati, sospesi tra norme ancora in attesa di efficacia e strumenti attuativi mai emanati. Una situazione che la magistratura contabile definisce senza mezzi termini come un caso emblematico di “scollamento tra programmazione finanziaria e capacità amministrativa”.

Dal Green New Deal al vuoto operativo

L’origine del Programma 14 risale alla legge di bilancio 2020, che ha istituito un apposito Fondo per il Green New Deal con dotazioni cospicue: 470 milioni nel 2020, 930 milioni nel 2021 e ben 1.420 milioni per ciascuno degli anni 2022 e 2023. Le finalità erano chiare e coerenti con la transizione ecologica: progetti per la decarbonizzazione dell’economia, rigenerazione urbana, economia circolare, turismo sostenibile, e azioni di mitigazione e adattamento climatico. Tuttavia, la fase attuativa non è mai decollata. I decreti ministeriali previsti per rendere operative queste risorse – in particolare quello del MEF del 9 agosto 2024 – non sono ancora efficaci, in attesa del via libera della Commissione europea sulla compatibilità con il mercato interno ai sensi dell’art. 108 del TFUE. E così, mentre le finalità ambientali si moltiplicano nei documenti ufficiali, le risorse tornano indietro al bilancio come economie inutilizzate.

Il bilancio 2024: numeri in crescita, impegni fermi

Nel 2024 il Programma 14 ha registrato un aumento dello stanziamento definitivo di competenza: da 18,8 milioni nel 2023 a 44,3 milioni di euro. Anche la dotazione di cassa è cresciuta, passando da 22,4 a 44,4 milioni di euro. Ma dietro questi numeri apparentemente incoraggianti si nasconde la realtà di una macchina che non si muove: nel 2023, a fronte di una massa impegnabile pari a 19,7 milioni, sono stati effettivamente impegnati solo 19,4 milioni, senza residui finali; nel 2024, le risorse appaiono ancora formalmente stanziate, ma non risultano impegni di pari entità né un avanzamento concreto dei progetti. La Corte dei conti sottolinea come manchi una pianificazione strategica e come l’assenza di una cornice normativa chiara e definitiva blocchi l’avvio degli interventi.

Un’occasione mancata per l’innovazione ambientale

Il Programma 14 avrebbe dovuto rappresentare la frontiera più avanzata dell’innovazione finanziaria per la sostenibilità, con l’attivazione di strumenti come partecipazioni pubbliche in capitale di rischio, debito verde, garanzie su progetti a impatto ambientale e partenariati pubblico-privato. Nulla di tutto questo è mai stato attuato. La ragione? Una combinazione di ritardi normativi, incertezza istituzionale e mancanza di coordinamento tra MEF e Ministero dell’Ambiente. In un Paese in cui la transizione ecologica è spesso evocata più che praticata, questo programma ne rappresenta la contraddizione più evidente: molte intenzioni, nessuna realizzazione.

Una riforma da salvare, non da abbandonare

La Corte dei conti invita a non sprecare l’occasione. Le risorse ci sono, i bisogni ambientali sono urgenti, e i principi guida della strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile sono chiari. Ciò che serve è una svolta politica e amministrativa: decreti attuativi rapidi, un sistema di monitoraggio efficiente, un uso selettivo e strategico dei fondi. Il Programma 14 può ancora diventare il pilastro di una finanza pubblica realmente verde. Ma per farlo, deve uscire dalla retorica e trasformarsi in strumenti, progetti, risultati. Perché la sostenibilità, senza spesa, resta una promessa vuota.