Le banche italiane stanno integrando progressivamente intelligenza artificiale, big data e sistemi digitali avanzati nella gestione dei rischi legati al cambiamento climatico. L’integrazione dei fattori Esg con le tecnologie digitali sta trasformando le pratiche di valutazione del merito creditizio, la rendicontazione e i modelli di gestione del rischio, in linea con i nuovi standard europei. La trasformazione digitale delle banche italiane, insomma, si sta sempre più sovrapponendo con le esigenze della transizione climatica, dando vita a un mix strutturale tra le due traiettorie evolutive. Come evidenziato dalla Banca d’Italia nella sua ultima relazione annuale, le principali banche del Paese stanno adottando infrastrutture tecnologiche avanzate per raccogliere, elaborare e analizzare grandi volumi di dati Esg, utilizzati sia in chiave prudenziale sia per finalità di business. Obiettivo è rafforzare la capacità di identificare e gestire i rischi fisici e di transizione legati al cambiamento climatico, migliorando al tempo stesso la qualità dell’offerta commerciale e la trasparenza verso il mercato.

Dati ambientali nei processi di credito: verso il rating Esg digitale

Uno degli ambiti di maggiore sviluppo riguarda l’integrazione dei dati ambientali nei sistemi di valutazione del merito creditizio. Alcuni istituti stanno già utilizzando algoritmi predittivi e sistemi di scoring Esg automatizzati, che tengono conto non solo degli indicatori finanziari tradizionali, ma anche di elementi come emissioni di CO₂, consumo di energia, esposizione a eventi climatici estremi e performance ambientali dichiarate. Questi strumenti consentono una valutazione più granulare e dinamica del rischio di credito, specialmente nei confronti delle imprese più esposte alla transizione climatica. In alcuni casi, il risultato del rating Esg incide sulle condizioni di accesso al credito, sulla pricing policy e sull’ammissibilità a plafond verdi.

Intelligenza artificiale e modelli climatici: applicazioni emergenti

La diffusione dell’intelligenza artificiale (AI) nei sistemi bancari si sta estendendo anche alla modellistica climatica. Alcune banche stanno sperimentando applicazioni AI per: simulare l’impatto di scenari climatici estremi (stress test ambientali), stimare la vulnerabilità di singoli settori economici, calcolare l’impronta carbonica dei portafogli finanziari, anticipare i costi legati a policy di decarbonizzazione o carbon pricing.

Questi strumenti, supportati da dataset climatici open source, database satellitari e strumenti di machine learning, sono utilizzati per affinare la misurazione del rischio climatico, in linea con le raccomandazioni della task force on Climate-related financial disclosures (Tcfd) e i requisiti emergenti della vigilanza europea.

Piattaforme digitali per la rendicontazione Esg

La digitalizzazione sta trasformando anche la rendicontazione extra-finanziaria. Le banche stanno investendo in piattaforme integrate per la raccolta e il monitoraggio dei dati Esg, utili per rispondere agli obblighi di disclosure previsti dalla Corporate sustainability reporting directive (Csrd) e dal regolamento Tassonomia Ue.

Questi strumenti consentono di automatizzare la produzione di report Esg certificabili, migliorare la trasparenza verso investitori e clienti, nonché facilitare l’interoperabilità dei dati tra enti vigilati e autorità. Alcune realtà bancarie hanno integrato questi flussi nei propri sistemi Erp e Crm, alimentando in tempo reale dashboard ESG a uso gestionale e regolatorio.

Risk management e vigilanza: più sinergie tra sostenibilità e digitale

Il legame tra digitale e sostenibilità si riflette anche nelle strutture di risk management, dove le funzioni di controllo sono sempre più coinvolte nell’analisi dei rischi Esg, supportate da tecnologie data-driven. La Banca d’Italia osserva che numerosi operatori hanno attivato unità interne dedicate ai rischi ambientali, con strumenti informatici evoluti per il monitoraggio continuo dell’esposizione al rischio climatico, soprattutto in ambito creditizio e reputazionale.

Nel contesto della vigilanza, questi sviluppi rispondono all’esigenza di allineare il sistema bancario italiano agli standard Eba e Bce sulla gestione dei rischi Esg, che impongono requisiti crescenti in termini di raccolta dati, validazione interna e coerenza tra obiettivi dichiarati e comportamenti operativi.