Energia rinnovabile e gestione dei rifiuti: le azioni concrete
Le azioni più diffuse tra le imprese riguardano la riduzione dell’utilizzo di fonti fossili e il passaggio alle energie rinnovabili, ambito in cui è coinvolto il 67,3% delle aziende. A seguire, il 62% adotta pratiche virtuose nella gestione dei rifiuti e nel riciclo, mentre il 43% organizza attività formative per i propri dipendenti sui temi ambientali. Questi dati confermano l’impegno operativo delle PMI nella costruzione di un modello produttivo più sostenibile.
La sfida della misurazione delle emissioni
Nonostante i progressi, rimane una criticità importante: il 62,3% delle imprese non è in grado di quantificare le proprie emissioni di gas serra. Questo limite ostacola la definizione di strategie efficaci per una transizione completa e coerente con gli obiettivi europei. Infatti, solo il 40,9% delle aziende ritiene realistico raggiungere l’obiettivo di emissioni zero entro il 2050.
Politiche europee: tra opportunità e ostacoli
Quasi la metà delle imprese (48,5%) approva la politica energetica dell’Unione Europea, riconoscendola come un’opportunità per migliorare l’efficienza energetica. Tuttavia, oltre un terzo delle aziende denuncia un appesantimento burocratico e un aggravio dei costi legati all’adesione ai programmi UE. Il rischio percepito è che la transizione possa compromettere la competitività, con il 33% delle imprese che teme un impatto “molto o abbastanza elevato” in termini economici e operativi.
Di fronte a un impegno crescente ma ancora frammentato, e con sfide concrete da superare, la vera domanda è: le medie imprese italiane sapranno trasformare la sostenibilità in un vantaggio competitivo reale e duraturo, prima che diventi solo un obbligo da rincorrere?







