Un Paese a due velocità nella transizione ecologica urbana

Trento si conferma la città più sostenibile d’Italia nella 32ª edizione di “Ecosistema Urbano”, il report realizzato da Legambiente in collaborazione con Ambiente Italia. Sul podio anche Mantova e Bergamo, rispettivamente al secondo e terzo posto, in una classifica che fotografa lo stato ambientale di 106 città capoluogo, valutate su 20 indicatori suddivisi in cinque macroaree: aria, acqua, rifiuti, mobilità e ambiente urbano.

Trento prima per qualità ambientale

Con un punteggio di 79,78, Trento si distingue per le buone pratiche nella gestione dei rifiuti, l’uso del solare pubblico e la limitata pressione sul consumo di suolo. Le criticità riguardano invece la mobilità sostenibile, con poche piste ciclabili e un alto tasso di motorizzazione.
Mantova, con 28,4 metri equivalenti di piste ciclabili ogni 100 abitanti, si posiziona al sesto posto per ciclabilità, mentre Reggio Emilia — prima nel 2024 — continua a essere un modello di riferimento. Milano si conferma leader nel trasporto pubblico, mentre Modena primeggia per la densità di alberature.

Il divario Nord-Sud resta profondo

Il Sud Italia fatica ancora a tenere il passo. Solo Cosenza, al sedicesimo posto, entra nella Top 20, pur perdendo tre posizioni rispetto all’edizione precedente. Tra le grandi città, Bologna è la più virtuosa (nona), seguita da Firenze (21ª), Genova (40ª) e Venezia (47ª).
Milano scende al 57° posto, Roma è 66ª, Torino 62ª, Napoli 103ª e Palermo 101ª, segno di una sostenibilità ancora disomogenea tra i diversi territori.

Crescono riciclo e risparmio idrico, ma resta alta la pressione del traffico

Il report registra alcuni progressi incoraggianti: la raccolta differenziata supera per la prima volta la soglia del 65% medio nazionale, con Ferrara al primo posto (88,3%). Si riducono leggermente anche le perdite idriche (dal 36,3% al 36,1%), segno di un miglioramento nella gestione delle reti. Tuttavia, persistono elementi critici: il consumo di suolo non diminuisce, nonostante la riduzione demografica urbana, e il tasso di motorizzazione aumenta, raggiungendo 68,1 auto ogni 100 abitanti, uno dei valori peggiori in Europa.

Qualità dell’aria e crisi climatica: un’urgenza ancora aperta

Sul fronte della qualità dell’aria, si registra un calo del biossido di azoto, ma i livelli di particolato fine PM10 e PM2,5 restano elevati, segno che le misure messe in campo non sono ancora sufficienti a migliorare in modo stabile la salubrità urbana.
Legambiente sottolinea l’assenza di una strategia nazionale di lungo periodo capace di guidare la transizione ecologica delle città e affrontare in modo sistemico la crisi climatica. «Manca una strategia coerente e tenace che renda le nostre città più sostenibili e vicine alle esigenze delle persone», scrive Legambiente, ricordando la necessità di puntare su rigenerazione urbana, adattamento climatico e pianificazione ambientale integrata.