Una guida etica contro le rotte del turismo di massa

C’è un’Italia che rischia di scomparire sotto il peso del turismo di massa: città svuotate dai residenti, ristoranti trappola, souvenir tutti uguali. In questo scenario nasce Unexpected Italy, l’app traveltech che vuole restituire autenticità all’esperienza di viaggio. Fondata da Elisabetta Faggiana e Savio Losito, la startup è stata premiata dall’ONU e celebrata dalla stampa internazionale, come The Guardian e BBC, per il suo approccio etico e anti-omologazione.

Una mappatura umana, non algoritmica

Il cuore del progetto è un viaggio reale, fisico, compiuto dai due fondatori attraverso i territori italiani per conoscere personalmente artigiani, osti, guide, produttori e realtà locali. Questo lavoro sul campo ha permesso di mappare finora 13 territori italiani — da Venezia a Barletta, passando per Firenze, Torino, Roma e Vicenza — con migliaia di proposte turistiche fuori dai circuiti classici: hotel autentici, agriturismi ospitali, ristoranti che custodiscono la vera cucina locale. L’obiettivo è far sentire ogni viaggiatore come un “abitante temporaneo”.

Un’app che combatte l’overtourism con intelligenza

Il problema è chiaro: il 70% dei turisti si concentra solo sull’1% del territorio italiano. Le città più colpite, come Roma e Venezia, vivono una pressione insostenibile: secondo dati recenti, 7 turisti su 10 finiscono vittime di “trappole” turistiche, spesso a scapito della qualità della loro esperienza. Unexpected Italy interviene proprio qui, proponendo mappe alternative e percorsi autentici, pensati per ridurre l’impatto del turismo e valorizzare l’identità dei luoghi.

La Lonely Planet 3.0: personalizzata, etica, relazionale

Niente percorsi generici o liste di locali “alla moda”: l’app è geolocalizzata e propone esperienze calibrate sui valori e gli interessi del singolo viaggiatore. Alcuni luoghi sono persino riservati: vengono mostrati solo a chi dimostra rispetto, sensibilità e affinità. «Non tutti i luoghi sono per tutti», spiegano i founder, che parlano di algoritmo relazionale al posto dei classici suggerimenti automatizzati. Viaggiare, per loro, non è più consumo, ma relazione e trasformazione.

Un riconoscimento internazionale e un impatto culturale

La startup ha partecipato al Geneve/Fribourg Entrepreneurship Forum all’ONU e ha acceso il dibattito anche in Italia, soprattutto nei territori mappati, come il Vicentino e il Torinese. In queste zone, l’app ha dato visibilità a realtà spesso ignorate, scegliendo percorsi alternativi persino ai celebri ristoranti della classifica “50 Best”.

Una missione che guarda lontano

«Ogni anno oltre 400 milioni di presenze turistiche attraversano l’Italia. Ma cosa rimane davvero?», si chiede Savio Losito. Unexpected Italy prova a dare una risposta concreta: creare un turismo che valorizzi, protegga e restituisca valore ai territori e alle persone. Un modo nuovo di viaggiare, dove l’autenticità vince sull’apparenza, e l’incontro conta più della foto da postare.