Raccomandazioni inascoltate

È passato un anno dalla presentazione del rapporto Draghi sulla competitività europea, ma i progressi sono stati minimi. Delle 383 raccomandazioni contenute nel documento, solo 43 sono state attuate, mentre quasi il 23% è rimasto completamente ignorato. Su un maxi piano da 800 miliardi di euro, la gran parte delle misure è ancora sulla carta.

Energia e digitale, i settori più indietro

Il rapporto individuava proprio in energia e digitalizzazione i nodi più critici per il rilancio dell’Unione europea. Eppure sono questi i campi dove si registra il maggior ritardo. L’Europa non è ancora riuscita a sviluppare un vero mercato unico dell’energia, indispensabile per la transizione green, e resta in forte ritardo sulla digitalizzazione, tra lentezze burocratiche, mancanza di coordinamento e resistenze politiche.

La spinta mancata dell’effetto Draghi

Secondo diversi analisti, l’“effetto Draghi” non ha prodotto il cambio di passo auspicato. Le istituzioni europee hanno annunciato nuove iniziative di semplificazione e deregolamentazione, ma senza tradurle in atti concreti. A Bruxelles, spiegano alcuni esperti, prevalgono ancora troppi interessi nazionali che frenano l’avanzata su dossier cruciali come energia e innovazione tecnologica.

Una competitività a rischio

Il rischio è che l’Europa perda terreno rispetto a Stati Uniti e Cina proprio sui settori che determineranno la competitività globale nei prossimi decenni. Senza un mercato unico dell’energia e un’accelerazione digitale, l’Unione europea rischia di restare intrappolata in una crescita debole, dipendente da regole frammentate e incapace di attrarre investimenti.

Appelli a Bruxelles per invertire la rotta

Diverse voci, tra cui think tank e centri di ricerca, sottolineano la necessità di “un senso di urgenza” nell’attuare le riforme indicate da Draghi. L’Unione europea deve dimostrare di saper semplificare i processi decisionali, ridurre gli ostacoli burocratici e costruire regole comuni, soprattutto su energia e digitale. Senza una svolta concreta, la competitività europea resterà solo uno slogan.